Le Fasi della Mediazione

Le fasi della Mediazione Familiare

La Mediazione Familiare si esplica attraverso le fasi di accoglienza e consultazione, valutazione della mediabilità, premediazione se necessaria, negoziazione, accordi e follow up.

Le fasi di accoglienza e consultazione come contenuti

  • Notizie sull’invio, sulle aspettative esplicite ed implicite della coppia, sulla famiglia e sulla situazione legale.
  • Raccolta dei primi obiettivi.
  • Dare informazioni sulla mediazione (a cosa serve, gli obiettivi, le regole, le fasi del processo, il ruolo del mediatore familiare).

Le fasi di accoglienza e consultazione come relazione

  • Far capire ai coniugi che c’è la possibilità di essere ascoltati e quindi di ascoltarsi vicendevolmente.
  • Far passare il messaggio dell’equidistanza e dell’equivicinanza o neutralità del mediatore.
  • Trasmettere chiarezza nelle regole, nelle posizioni reciproche e ordine, in modo che i coniugi sappiano cosa si possono aspettare dal mediatore.

Alla fine dell’incontro si stipula un contratto tra le parti

Si può decidere di fare degli incontri di valutazione per la ricerca delle risorse necessarie per procedere alla mediabilità; ci può essere l’invio ad altri servizi oppure la consulenza si può concludere lì avendo comunque un senso compiuto.

La fase di valutazione della mediabilità

  • Esistenza di vincoli, che bloccano come procedimenti penali in corso, podestà non presente, gravi patologie in corso, ecc….
  • Esistenza di ostacoli, che possono essere superati.
  • Esistenza di risorse, finanziarie, emotive, sociali, ecc….
  • Raccolta di informazioni come: il livello di stress dei coniugi-genitori, o rivendicazione, e la loro ripercussione sui figli; la disponibilità a separarsi; la comunicazione (simmetrica o complementare, può contenere atteggiamenti di conferma o di disconferma, squalificanti o di rifiuto); l’entità, l’intensità e le modalità del conflitto coniugale; la fiducia che l’uno ripone nei confronti dell’altro; l’educazione dei figli (intesa come la valutazione dell’abilità di ogni genitore ad educare i figli, la percezione che in questo senso ciascun coniuge ha dell’altro e la comprensione del rapporto fra ciascun coniuge ed i figli); l’atteggiamento, ovvero come reagiscono i coniugi di fronte al livello di rivendicazione percepito, sia separatamente che insieme; l’attaccamento o accettazione, in senso affettivo e/o comportamentale, da parte di entrambi i coniugi, di porre fine al vincolo matrimoniale; la loro progettualità per il futuro, in quanto anche da questa dipende la loro abilità a negoziare.
  • Elementi da approfondire: 1) modalità espressive del conflitto (implicito/esplicito, costruttivo/distruttivo, assertivo/passivo, cooperativo/non cooperativo, competitivo/non competitivo, evitante, conciliatorio, di compromesso, collaborativo, il tutto rispetto a come vengono manifestate le emozioni di rabbia, rancore, senso di impotenza: lo stile di conflitto più confacente al contesto della Mediazione Familiare è quello collaborativo che si ottiene attraverso un livello massimo di assertività ed un livello massimo di collaboratività); 2) stili interattivi della coppia e/o della famiglia (alienazione, conflittuale, riequilibratrice: teoria Kaslow; è possibile accettare forma di comunicazione che tendono al rifiuto o alla conferma dell’altro, mentre la presenza di messaggi basati sulla squalifica o la disconferma rappresentano un ostacolo da superare per consentire la negoziazione; bisogna valutare la flessibilità o la rigidità delle forme di comunicazione espresse); 3) disponibilità ad accettare un contesto alternativo, rispetto a quello giuridico, peritale e/o terapeutico (volontarietà, neutralità del Mediatore Familiare, autonomia dal contesto giudiziario, segretezza, ecc…; necessaria trasformazione da separazione giudiziale a separazione consensuale; no perizia intesa come valutazione su chi sia il genitore migliore, né terapia di coppia); 4) fase del processo di adattamento alla separazione (in che momento si trova la coppia rispetto alla separazione: alienazione, prima della separazione; conflittuale, durante la separazione; riequilibratrice, dopo la separazione); 5) fase del ciclo vitale della famiglia (in che momento del ciclo vitale della coppia che si separa interviene la richiesta di Mediazione Familiare? Al momento della nascita del primo figlio? Quando il figlio è diventato adolescente? Quando il figlio sta per svincolarsi dalla famiglia? ….. La Mediazione Familiare può essere richiesta in qualsiasi di queste “fasi” del ciclo vitale della famiglia, ma per ognuna bisogna valutare: emozioni e/o sentimenti; azioni e/o comportamenti); 6) il ruolo della famiglia d’origine: eco-mappa (intensi livelli di dipendenza psicologica o di invischiamento nella relazione per capire se i coniugi siano o meno liberi di partecipare al processo decisionale); 7) le risorse a disposizione di ogni coniuge (il rapporto di potere o gli squilibri di potere tra i coniugi in ambito emotivo, affettivo, cognitivo, finanziario, sociale, ecc…); 8) l’esercizio del ruolo genitoriale (come la coppia si vede rispetto alle proprie capacità genitoriali e come ha affrontato il processo di costruzione della genitorialità condivisa al momento della nascita dei figli anche rispetto alla diversità di ruoli genitoriali rispetto ai figli); 9) la fiducia di ognuno di poter parlare in quanto ciò che verrà detto in mediazione non verrà usato contro di sé in altri contesti (“qui finalmente dobbiamo dire la verità”); 10) l’attaccamento reciproco affettivo tra i clienti (il mantenimento di un certo livello di affettività che consente comunque la separazione, l’autonomia e il rispetto di confini permeabili è l’ideale per la mediazione, mentre la permanenza di rapporti di dipendenza affettiva basati sul controllo dell’altro o, al contrario, la presenza di stili di attaccamento basati sull’evitamento, possono proporre ostacoli alla negoziazione degli accordi e al loro rispetto al di fuori del contesto di Mediazione Familiare).
  • La raccolta degli obiettivi: la coppia è adatta alla mediazione? Se sì, i coniugi sono pronti ad avviare il negoziato?.

La fase di premediazione se necessaria per il potenziamento delle risorse della coppia genitoriale

Se si riscontra una disfunzione nei rapporti di coppia altamente problematica per il negoziato si procede ad un secondo contratto che prevede la fase della pre-mediazione che, normalmente, dura pochissimo (non più di due incontri) e si prefigge di apportare dei cambiamenti dei modelli familiari d’interazioni coerenti con le esigenze del negoziato, a risolvere il conflitto, a costruire e mantenere un accordo fruttuoso.

La fase del Follow Up

Obiettivo di tale ultima fase è il controllo costante del funzionamento familiare, sia in relazione ai vari modelli d’interazione sia in merito all’aderenza ai termini ed alle condizioni dell’accordo negoziato durante la mediazione. Il ruolo del Mediatore Familiare è quello di consulente amichevole attento a qualunque difficoltà possa incontrare la famiglia, pronto a consigliare dei modi per circuire il problema o per risolverlo senza far ricorso alle vie legali.

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