Crescono i divorzi a Roma, ma la mediazione assistita non piace.

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È un fenomeno fluttuante, la risoluzione di un matrimonio finito. Il saliscendi dipende dalle nuove leggi, dai tempi, dalle informazioni in possesso di coppia e legali, dall’atteggiamento culturale. “Alcune nuove tendenze erano prevedibili, altre non hanno una lettura altrettanto chiara”, commenta Marco Meliti, presidente dell’associazione italiana di diritto e psicologia della famiglia, analizzando i dati sulle cause di separazione e divorzio raccolti nell’ultimo anno. Fonte diretta, il Tribunale di Roma. L’indagine riguarda il periodo tra 1 gennaio e novembre, a confronto 2014 e 2015. Ecco i risultati.

Divorzi: in netto aumento sia i giudiziali sia i consensuali, circa il 16% in più. Il motivo è la legge che abbrevia i tempi delle cause e che, dunque, favorisce decisioni di chiusura. Si concludono col taglio netto anche unioni ultratrentennali, il più delle volte per iniziativa di mariti over 60 che trovano compagne giovani.

Separazioni, anche qui una novità: diminuite del 9% forse perché anziché al tribunale i coniugi senza figli e senza beni da dividere preferiscono rivolgersi direttamente al Comune, ufficiale di Stato Civile. Il calo è stato più sensibile nelle consensuali, 25%, il 2% le giudiziali e questa distinzione di percentuali spiegherebbe questo cambiamento.

L’aspetto più sorprendente della ricerca è che si è fatto un uso molto moderato della negoziazione assistita, un nuovo strumento che consente di delegare l’accordo agli avvocati dei coniugi. Saranno i legali a depositare in tribunale l’accordo senza passare attraverso l’udienza. Un percorso che fa risparmiare tempo e alleggerisce il carico di lavoro dei giudici (i costi per i contendenti restano invece immutati). “Solo il 18% delle coppie ricorrono a questa scorciatoia per divorzio e separazione – dice il presidente dell’Associazione – Forse alla base c’è disinformazione. Bisogna incentivare la negoziazione assistita che permette di arrivare a separazione e divorzio in meno di un mese contro i sei necessari se si sceglie la via tradizionale”. In pratica oggi chi volesse, potrebbe porre definitivamente fine alla sua esperienza di vita a due in appena sette mesi: uno è necessario per la separazione, sei per il divorzio.


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